Perle d’Africa dal Sapore Caraibico


Atterrare a Sal per chi ha viaggiato un po’ come me, ha il sapore di un déjà vu. Appena si aprono i portelloni si e’ investiti da un vento caldo ed umido che non t’aspetti alle 9 di sera. La breve camminata fino all’area doganale, in una pista semi deserta e’ il primo impatto con quest’isola di Sopravento.


L’Ilha do Sal ospita la cittadina di Santa Maria che con i suoi 17mila abitanti o poco più rappresenta il terzo agglomerato urbano per numero abitanti di tutto l’arcipelago. Un arcipelago formato da dieci isole di origine vulcanica, situato a circa 500 km dalle coste senegalesi ed incastonato nell’oceano Atlantico settentrionale.  Circondate dalle acque ed afflitte da una carenza d’acqua e dalla siccità…


L’atmosfera che si respira a Sal e’ a tratti caraibica ed a tratti fortemente africana. Musica creola, ritmi senegalesi, qualche tormentone europeo e l’immancabile Pulcino Pio sono il sottofondo delle passeggiate in paese.


Il sud dell’isola e’ ricco di hotel, grazie anche alle belle e lunghissime spiagge, perfette per le tartarughe che vi depositano le uova ma anche per i turisti.


Il centro di Santa Maria e’ ordinato, pulito, con belle strade e le case colorate, qualcuna anche dipinta. Negozi ricchi di souvenir, bar e ristoranti, molti gestiti da italiani che hanno scelto di vivere in un isola soleggiata tutto l’anno, dal clima ma soprattutto dalla burocrazia mite.


Lasciate le tre strade principali, Santa Maria si trasforma. L’asfalto lascia posto alla terra battuta e alle case di cemento incompiute, qualcuna con la facciata colorata come segno di buona intenzione. L’atmosfera che si respira e’ molto diversa, e le difficoltà della popolazione molto più evidenti.


Il mercato comunale e’ una struttura nuova ed anche molto bella internamente. Una serie di banchi e di negozi pronti all’uso, in quello che dovrebbe essere il polo commerciale locale. Peccato che non ci siano i banchi frigor, quindi pesce e carne per ora non sono disponibili. I banchi di frutta e verdura in compenso sono solo due, e la scelta e’ davvero limitata. I negozi quasi tutti vuoti e la sensazione di desolazione e’ totale. Anche il quartiere non aiuta….sarà il caldo pomeridiano ma sembra di attraversare un’area deserta.


L’isola e’ brulla, spoglia, arida. Il forte vento sahariano piega gli alberi che si incontrano attraversandola. La cittadina di Espargos e’ il crocevia delle strade, passarci e’ obbligatorio se ci si dirige a nord.


Anche qui un piccolo centro ordinato fatto di viali alberati e piazzette dal sapore di mare, bimbi che escono da scuola in divise a quadretti verdi e sorrisi accesi e gente che lavora o solo riposa seduta fuori dall’uscio di casa.


Il mix di etnie che compongono la popolazione e che hanno dato vita ad una etnia unica, la creola di Capo Verde, e’ evidente. Una mescolanza che in alcuni casi si è unita nel lingua ad esempio, mentre in altri rimane fortemente divisa – come nelle abitudini e nelle tradizioni.


La baraccopoli di case fatte di lamiera e strade cosparse di immondizia in direzione Buracona e’ un quadro che sembra appartenere ad un altro paese… Qualcuno ci dice che è un agglomerato senegalese ma la sensazione di desolazione non ci abbandona. Dopo kilometri di sterrato si arriva a Buracona, forse più famosa fra i sub che altro. Si tratta di un vero e proprio buco nella roccia lavica dove entra il mare, dal quale penetra un fascio di luce che crea un occhio blu. Di fronte, una piscina naturale incastonata fra rocce scure dove fare il bagno. Il nulla intorno se non un ristorante nato per sfamre i gruppi in escursione e numerosi venditori di souvenir che marcano la strada fin dal parcheggio.


Il tour dell’isola ci porta alle Saline, dove è possibile fare il bagno e godere di massaggi di un piccolo centro che chiamare SPA e’ eccessivo. Si paga persino un ingresso, anche se il sito sembra un cantiere e il bagno si fa in pozze autorizzate vicino alla gru e ai macchinari per l’estrazione del sale. Poco accattivante, anche se il benificio è assicurato. Piccoli cumuli con una pala e un piccone sono lo scenario per le foto degli avventori.


Di certo l’aspetto più affascinante dell’isola rimangono le spiagge; lunghe e profonde a sud o più contenute, ad incorniciare le calette sparse sulla costa. Il mare è caldo, il vento spira quotidianamente, a volte più forte per la gioia dei surfisti altre volte un po’ meno. Diving, surf, Kite Surf …il mare fa decisamente da padrone a Sal!  Il clima è delizioso, le ore di volo solo 6…. un sacco di buoni motivi per visitarla!!


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Silvia Testa – Il Viaggiosauro